Il primo territorio libero dal nazifascismo.

Poggio Bustone, a pochi chilometri da Rieti, è conosciuto soprattutto per essere legato al francescanesimo e per aver dato i natali a Lucio Battisti ma rappresenta anche un luogo chiave per la memoria e la comprensione del fenomeno resistenziale del reatino.
 


E come a...Poggio Bustone i fascisti son scappati !

L'azione inizia all'alba del 10 marzo 1944.
Le truppe, che compongono la spedizione, al comando del Questore Pannaria, sono esclusivamente italiane. Alle 7,00 in punto,con l'ordine di sparare a vista a chiunque tenti la fuga, 200 miliziani e soldati dell'esercito, investono il paese di Poggio Bustone. Nelle prime ore di rastrellamento sono uccisi Supernio e Domenico Mostarda e Felice Barberini. Altre cinque persone vengono ferite. Alle 10,00 circa, avvertiti dalla popolazione, 24 uomini della "Gramsci" scendono dal loro rifugio ingaggiando per più di tre ore una dura battaglia con le milizie fasciste.
La conoscenza del territorio e l'appoggio della popolazione, realizzato con "ogni mezzo possibile", sopperiscono alla sproporzione delle forze in campo. L'esito dello scontro, con 14 morti, 30 feriti e l'uccisione dello stesso questore, è per i fascisti decisamente grave. Gli automezzi, resi inservibili dalla popolazione vengono abbadondonati sul posto dai superstiti che, con una fuga precipitosa, cercano scampo verso Rieti.
Protagonista del combattimento è un giovane studente di Poggio, Emo Battisti, comandante della squadra partigiana.

Gli effetti di questa battaglia, si fanno sentire immediatamente e in modo diametralmente opposto per le forze impegnate.
Il prefetto Di Marsciano, comunica al Ministero dell'Interno, la gravità della situazione denunciando "l''insufficienza numerica" delle forze fasciste e chiedendo piena e pronta vendetta con l'ausilio dei "camerati tedeschi".

Galvanizzati dal successo ottenuto, le formazioni partigiane intensificano la loro attività sia politica che militare.
Dopo la fuga del Presidio Fascista,il territorio di Leonessa viene occupato, senza colpo ferire, da un grande nucleo della brigata "A. Gramsci".
I partigiani vengono accolti con manifestazioni di simpatia da parte della popolazione.

" Questa azione segna l'apice della capacità offensiva della resistenza nel reatino, ma anche l'inizio di una particolare ed originale iniziativa politica, destinata ad avere notevole risonanza non solo per il movimento partigiano umbro-sabino ma per tutta la resistenza italiana. Due giorni dopo l'occupazione di Leonessa assume completa forma la costituzione di un territorio libero, esteso per centinaia di chilometri quadrati a tutte le zone controllate dai partigiani della "A. Gramsci", comprendenti i comuni della provincia di Terni ( Visso, Cascia, Monteleone di Spoleto, Arrone, Polito ed altri) e quella di Rieti ( Leonessa, Poggio Bustone, Morro, Labro, Rivodutri, Cantalice) con una popolazione calcolata approssimativamente sulle sessantamila unità in base al censimento del 1935." ( Da la Resistenza nel reatino 1943- 1944, Enrico Amatori, ed. Il Velino)

I partigiani dispongono di alcuni automezzi catturati ai militii fascisti, controllano la rete telefonica, riescono ad impossessarsi di una macchina tipografica allo scopo di stampare un giornale. L'ospedale di Cascia viene messo a disposizione dei partigiani feriti.
Nonostante i limiti e la brevità di quell'esperienza, il territorio Umbro- Sabino resta comunque il primo esempio nelle vicende della Resistenza Italiana di una vasta zona sotto pieno controllo partigiano, libera da ogni autorità fascista .
 
Il quadrilatero
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