In molti, soprattutto se appartenenti alle nuove generazioni, sono convinti che a Rieti, non sia mai accaduto niente di rilevante dal punto di vista culturale o della lotta fra classi.
Vedono la loro città come un'entità avulsa dal mondo, una realtà su cui le "cose" al massimo possono scivolare.
In definitiva, esiste una sorta di mentalità fatalistica che induce a credere che nulla sia cambiato e nulla si possa cambiare.
A volte, si vive una proiezione a ritroso della propria condizione miserevole, unita forse ad un errato concetto di evoluzionismo, incline a scambiare il mero progresso tecnologico con un complessivo miglioramento della vita.
Questo approccio antistorico, alimentato per anni da un potere meschino e timoroso anche dei cambiamenti più piccoli, ha di fatto distrutto la memoria storica della città e con essa ha anche incrinato la possibilità di un suo sviluppo futuro.
In particolare, si è per decenni, provveduto a curare un sistematico annichilimento della gioventù reatina.
"Particolari attenzioni"sono state rivolte verso quegli ambienti giovanili considerati "irriducibili" e maggiormente "colpevoli" di voler rompere vecchi equilibri basati sulle consuetudini e sullo squallore dei meschini interessi personali e di clan.
E' soprattutto dagli anni '90, che questo disegno si è andato intensificando fino a distruggere fisicamente i luoghi dell'aggregazione giovanile e a provocare l'allontanamento di numerosi artisti, intellettuali e professionisti in terre più fertili ed accoglienti.
GIorno dopo giorno, a questa città è stato rubato il futuro e sono state dilapidate incessantemente non solo le risorse economiche ed ambientali, ma in primo luogo, quelle umane.
Questo sito, in cui vengono raccolte storie importanti del territorio e della città , non vuole essere un luogo di nostalgica rivisitazione della memoria ma parte di un lavoro più ampio di ricostruzione e di lotta a disposizione di tutte e tutti ma in particolare delle nuove generazioni.
In questi ultimi anni, molte sono state le prove di resistenza e mobilitazione della città che ancora una volta, hanno smentito una narrazione basata su leggende paesane. Gli ultimi mesi del 2019 sono stati caratterizzati da diverse iniziative. Alcune di queste hanno visto le donne protagoniste che, scendendo in piazza contro la violenza di genere, hanno anche espresso la loro solidarietà alla rivoluzione del Rojava e alla lotta del popolo cileno. Le sardine hanno invece riempito piazza S. Rufo con interventi e canzoni. Una pagina del portale è stata dedicata alla nascita del Collettivo femminista e transfemminista ERES TU.