I clubs e gli anni '60

Rieti negli anni '60
Rieti negli anni '60

 

Sin dal secondo dopoguerra, i giovani reatini non hanno mai avuto a disposizione spazi per ascoltare la propria musica e socializzare. Eccezion fatta per il "circolo di lettura", facente parte dell'edificio del teatro Flavio Vespasiano e per il dopolavoro della Montecatini ( ex SNIA) , luoghi spesso convertiti in sale da ballo o da concerto, non c'erano luoghi al chiuso utilizzabili durante le lunghe invernate reatine.

 

 Tutto ciò, nonostante ci fossero in città gruppi ed orchestrine decisamente interessanti, tra cui va senza dubbio ricordato l'ensamble di Dino Fedri, di cui faceva parte anche Gino Marinacci, divenuto negli anni '60 uno dei più importanti jazzisti italiani.

 

 La "scena musicale alternativa", oggi la definiremmo così, fioriva con il bel tempo, con le feste paesane, di quartiere o organizzate presso le fonti di Cottorella.

 

Negli anni '60 però, anche a Rieti, esplose il fenomeno dei clubs.

Non siamo assolutamente di fronte ad un fenomeno marginale.

Un lavoro di ricerca realizzato nella metà degli anni'80, 

ha fatto emergere, per difetto, un quadro decisamente inaspettato. 

A fatica, è stata realizzata una mappatura dei clubs cittadini fino ad individuarne una quindicina.  

       


Mappatura dei clubs reatini
Mappatura dei clubs reatini

 

Legenda :

1   Club, vicolo S.Donato

2   Blue Reflection Club, Via Sanizi ( 1968-1975 )

3   Club 66, Via del Seminario ( 1965 - 1970 )

4   Sonital Club- Il covo, via Alemanni ( 1965 -1988)

5   Night Birds Club, via San Pietro Martire

6   Club, via del Forno ( 1967 - 1970)

7   Lovers Club, via Centurioni (1968-1970)

8   Birilli Club, via San Francesco ( 1966-1969)

9   Pozzanghere Bianche Club, Vicolo San Giorgio

      (1967- 1969)

10 Club, via Porta Conca

11 Friends Club, Via Sant'Eusanio (1966- 1970)

12 Titani Club, Via San Rufo ( 1966- 1974)

13 Club, via Crispolti

14 Naufraghi Club, Piazza Oberdan  !1966-1969)

15 Batman '68 Club, via Bevilacqua ( 1968 -1970)

 

   


 

Ai clubs, più o meno aperti al pubblico, vanno naturalmente aggiunti altri luoghi di ritrovo, spesso coincidenti con casali disabitati o cantine, non di rado adibite dalle bands locali anche a sale prova.

 Nel corso del tempo, i luoghi di ritrovo giovanili andranno purtroppo via via scemando. Nei decenni successivi, la necessità di un centro sociale autogestito sarà un'esigenza avvertita moltissimo tra i giovani di Rieti.

 



Il prete dei Bisonti

Don Paolo Pasolini, omonimo del grande regista e poeta italiano, attualmente guida i fedeli della parrocchia di Borgo Quinzio ( Fara Sabina) ma in gioventù, con il suo organo, era una delle colonne portanti del complesso " i Bisonti". A lato, un breve articolo tratto dal Corriere di Rieti ( Aprile 2000).

 

ll repertorio dei Bisonti era basato su un tipo di musica di facile ascolto (prevalentemente basata su cover) di un genere sostanzialmente melodico che non si appoggiava in maniera particolarmente massiccia al ritmo battuto tipico del beat dettato dalla british invasion. Occhi di sole, lato A del 45 giri che includeva Crudele, era definita tecnicamente sulle note di copertina come shake lento, La tua ombra e Portami tante rose furono alcuni dei loro principali successi.

 All'interno della loro produzione, particolare successo ebbero alcuni brani che possono essere considerati delle eccezioni rispetto al repertorio abituale, come ad esempio Crudele (che appare nella compilation 60's Beat Italiano Vol. 1), lato B del 45 giri "Occhi di sole", dalla ritmica ben sostenuta, "Ma se ci penso" e la cover della "Lucille" portata al successo da Little Richard.