Nata a Capradosso di Petrella Salto (Rieti) il 4 novembre 1911, massacrata nell’eccidio di Fondotoce (oggi Verbania Cusio Ossola), il 20 giugno 1944, maestra.
Era la sola donna del gruppo di 43 partigiani, fucilati dai nazifascisti (soltanto uno di loro, Carlo Suzzi, si salvò), a Fondotoce.
La Tomassetti è stata solennemente ricordata nel 2010 a Capradosso, nella ricorrenza della strage, dai suoi compaesani, che si sono ripromessi di celebrarne ancora il
sacrificio, in occasione del centenario della nascita.
Cleonice durante gli anni della Seconda guerra mondiale abitava a Milano, dove si era trasferita dal Reatino per fare la maestra. Quando il suo compagno era passato nella Resistenza aveva
deciso di raggiungerlo e, nell’aprile del 1944 la giovane donna era entrata come staffetta nella stessa formazione partigiana. Pochi mesi di impegno contro i nazifasciti, poi a Novegro
(MI), dove la ragazza era in missione, la cattura da parte dei tedeschi e il suo trasferimento, prima nell’asilo infantile di Malesco e poi a Intra, a Villa Calamora.
Ore di maltrattamenti e di pestaggi per tutti coloro che i tedeschi hanno rastrellato e, con l’aiuto dei repubblichini, ristretto negli scantinati di Malesco e Intra. Anche su
“Nice”, che è incinta di quattro mesi, si accaniscono (come testimonierà poi l’avvocato e magistrato Emilio Liguori), i suoi aguzzini.
Sarà lei che, al fianco del tenente Ezio Rizzato, aprirà la colonna che, a piedi (fiancheggiata dai nazisti), si fermerà soltanto a Fondotoce, dove i tedeschi hanno deciso di dare una
lezione ai “banditi” e alla popolazione che li aiuta (e che continuerà ad aiutarli), anche se sono arrivati da Intra a Fondotoce portando un grande cartello dove era scritto “Sono questi
i liberatori/ D’ITALIA/ oppure sono i banditi?”
Cleonice sarà con Rizzato tra i primi che, a gruppi di tre, saranno fucilati dai tedeschi. Prima di cadere griderà con voce squillante “Viva l’Italia!” e al grido si uniranno i suoi
compagni Giovanni Alberti, Carlo Antonio Beretta, Angelo Bizzozero, Emillio Bonalumi, Luigi Brioschi, Luigi Brown, Dante Capuzzo, Sergio Ciribì, Giuseppe Cocco, Adriano Marco Corna,
Achille Fabbro, Olivo Favaron, Angelo Freguglia, Franco Ghiringhelli, Cosimo Guarnieri, Franco Marchetti, Arturo Merzagora, Rodolfo Pellicella, Giuseppe Perraro, Marino Rosa, Aldo Cesare
Rossi, Carlo Sacchi, Renzo Villa, Giovanni Volpati e altri quattordici che all’esumazione non poterono essere identificati.
Sul sacrificio di Cleonice e dei suoi compagni a Fondotoce, Nino Chiovini ha scritto un libro; i martiri sono ricordati anche con un “sentiero Chiovini”.