Nonostante la retorica statalista tenda a caratterizzare gli ultimi decenni del secolo scorso come quelli degli anni di piombo o dell' incubazione del terrorismo, i movimenti rivoluzionari e di ribellione giovanile, nella loro diversità e complessità, furono protagonisti anche di una nuova ironia ed autoironia espressa in ogni campo artistico e nella quotidianità.
In alto, una striscia di Stefano Di Segni, tratta dal libro a fumetti, "Radio Rabbia Alternativa" si riferisce al fenomeno delle cosiddette "radio di movimento". Lo sguardo critico e sovente, autoironico fu per molti importantissimo perchè facilitò la demitizzazione di quelli che spesso, si rivelarono atteggiamenti puramente esteriori o veri e propri luoghi comuni. Non fece eccezione la canzone italiana che grazie ad artisti del calibro di Gianfranco Manfredi, Ricky Gianco, Stefano Rosso, Giorgio Gaber, Rino Gaetano o a gruppi come quello dell'Assemblea Musicale Teatrale riuscì con leggerezza, ad esprimere un dissenso verso la gerarchia di alcuni gruppi organizzati, il patriarcato che ancora allignava al loro interno e il militarismo da operetta di alcuni che però talvolta, sfociò ugualmente nel dramma. La canzone italiana, molto gettonata anche nei palinsesti delle radio di movimento, spesso contribuì, grazie all'ironia, talvolta al sarcasmo, ad alimentare una riflessione necessaria allo sviluppo della coscienza individuale e collettiva.
Per gli amanti della storia locale, si ricorda che L'Assemblea Musicale Teatrale, con la partecipazione di Alloisio, si esibì al Palazzo dello Sport, da poco edificato, prima del concerto di Francesco Guccini. Fu proprio in qull'occasione che venne venduto al pubblico "Marilyn", il primo vinile prodotto dall' A.M.T.
"Dopo Marx, viene April !"
Gli indiani metropolitani, avevano colpito anche nella piccola città sabina e la scritta , tra le tante delle organizzazioni di sinistra e di destra, troneggiava su uno dei muri di Porta Cintia.
Forse però il gesto più eclatante riguardò il monumento d'epoca fascista, conosciuto dai reatini come " la statua del contadino". Una bella mattina, il nostro si mostrò vestito di tutto punto con camicia rossa e blue jeans. Della mano tesa erano restati, come per incanto, solo l'indice e il mignolo a simboleggiare, con fierezza italica, le popolari "corna" peninsulari.
Pur nel rispetto delle varie "Tapirate", non necessariamente legate ad ambienti più strutturati, viene comunque da interrogarsi sull'identità dei sedicenti "indiani metropolitani", tanto amati e al contempo, vituperati all'interno del movimento giovanile. Se si vuole avere uno sguardo nazionale, banalizzando molto, li si può individuare come i rappresentanti di una delle aree più libertarie e creative del Movimento del '77.
Dalla metà degli anni settanta, i giovani del movimento che si riconoscevano proprio nella cosiddetta "ala creativa" iniziarono a radunarsi al parco Lambro, a Milano, alla grande festa del proletariato giovanile organizzata da Re Nudo, periodico di controcultura, definita da molti la versione italiana del festival di Woodstock. Gli indiani di "Geronimo" seguivano gli insegnamenti del 1957 di Guy Debord creando una situazione tanto ridicola quanto improbabile.
Di fronte alla crisi dei movimenti della sinistra extraparlamentare, gli indiani metropolitani reagirono rifiutando la violenza come pratica dell'Area dell'Autonomia ed abbandonando sostanzialmente la ferrea dottrina marxista. Nell'adottare una nuova critica culturale dei modelli borghesi, si ispirarono al movimento dadaista. Sia nelle attività politiche, sia nei cortei, entrambe le aree dell'Autonomia convissero con forti critiche reciproche.
Nel settembre 1977, nacque a Roma, Il "Male".
Tra i partecipanti della prima ora si annoverano i disegnatori Pino Zac (direttore per i primi tre numeri), Vincino, Angese, Enzo Sferra, Jacopo Fo, Cinzia Leone, il grafico Francesco Cascioli e lo scrittore Angelo Pasquini, Sergio Saviane, Alain Denis (disegnatore) e Roberto Perini, Riccardo Mannelli, Vauro Senesi.
Non riscosse subito grande successo e la sua satira corrosiva gli procurò una storia tormentata di ritorsioni e censure.
Fra le beffe più famose, e che fecero alzare le vendite, notissima quella in cui si diede notizia in prima pagina dell'arresto di Ugo Tognazzi: l'attore, complice della presa in giro, fu presentato come capo delle Brigate Rosse: su falsi di diversi quotidiani (Paese Sera, Il Giorno e La Stampa) uscirono le immagini dell'attore ammanettato e scortato dai carabinieri, tra i quali si riconoscevano tre redattori (Saviane, Pasquini e Lo Sardo), e il direttore Vincino. I testi dei falsi erano di Vincenzo Sparagna, Angelo Pasquini, Jiga Melik, Piero Lo Sardo, Mario Canale.
In basso, un'altra "malefatta" de il Male, utilizzando la testata del Corriere della Sera.